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Schermata blu della morte addio, ci mancherai

Il Blue Screen of Death, come le Spice Girls, le felpe Benetton, il Game Boy o il CD: icone degli anni ’90, ormai archiviate nella memoria nostalgica del digitale. Con l’aggiornamento Windows 11 versione 24H2, previsto per l’estate 2025, Microsoft introduce infatti un cambiamento tecnico che è anche un segno dei tempi: la storica schermata blu con faccina triste, che per anni ha segnalato errori critici di sistema, lascerà spazio a una nuova schermata nera, più sobria e semplificata.

Un’interfaccia semplificata

L’annuncio, non inatteso, arriva direttamente da Microsoft con un post sul suo blog. L’obiettivo dichiarato è semplificare l’esperienza visiva e rendere il messaggio più leggibile, senza rinunciare alle informazioni tecniche necessarie per l’assistenza.

L’interfaccia aggiornata, priva di QR code e faccine, si allinea al linguaggio grafico di Windows 11 e riduce l’impatto emotivo dell’errore. Oltre all’aspetto visivo, ci sono anche novità tecniche (tra cui miglioramenti nella raccolta dei crash dump e la funzione Quick Machine Recovery (QMR)), ma quel che conta qui è che si dice addio a un simbolo assoluto del digitale anni ’90: una vera icona del mondo PC, oggetto di prese in giro e – come si direbbe oggi – fonte inesauribile di meme.

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Il Blue Screen of Death (BSOD) è nato ufficialmente con Windows 1.0 nel 1985, figlia del primissimo BSOD con menu testuale (senza sfondo blu) implementato direttamente da Steve Ballmer, allora a capo della divisione software.

Nella forma più riconoscibile – quella con schermata blu, testo bianco e messaggio tecnico – è diventato noto con Windows 3.0, rilasciato nel 1990.

Il termine “Blue Screen of Death” non è un nome ufficiale di Microsoft, ma un soprannome coniato dagli utenti e poi entrato nell’uso comune, tanto da diventare quasi un modo di dire e un fattore di ironia (specie da parte di Apple) ma anche un incubo (basta ricordare il crash globale mondiale causato nel caso Crowdstrike).

Il nero è il nuovo blu

Con l’addio ufficiale alla Blue Screen of Death, chi ha vissuto di BSOD per prendere in giro parenti, amici, Redmond, dovrà aggiornare il repertorio. Le battute sui crash inaspettati, le gif con la faccina triste, persino l’uso dell’acronimo come sinonimo di disastro tecnologico, diventeranno datati. Ma volendo basterà fare uno scatto di fantasia.

Perché se è vero che il blu se ne va, è altrettanto vero che il nero è il nuovo blu. E l’occasione per continuare a ironizzare non mancherà. La nuova schermata offre un terreno fertile per nuove metafore informatiche: non più maledizioni a colori ma un blackout vero, con una tinta più consona all’umore di chi se la troverà davanti.

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