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I migliori libri su mappe, città e grandi crisi

Viviamo in un’epoca di confini che si spostano, mappe che mentono e territori che cambiano volto mentre li guardiamo. Il mondo che credevamo di conoscere attraverso gli atlanti scolastici si rivela una costruzione fragile, dove le linee tracciate dai cartografi riflettono più i nostri pregiudizi che la realtà geografica. Ogni frontiera racconta una storia di potere, ogni capitale nasconde le tensioni di popoli che non hanno scelto di stare insieme, ogni mare divide e unisce secondo logiche che sfuggono alla pura geografia fisica.

La fine della pace perpetua ha riportato la storia nel Vecchio Continente, mentre nuove potenze ridisegnano gli equilibri globali senza chiedere il permesso a nessuno. L’Europa scopre di essere un impero minore, l’America fatica a mantenere l’egemonia, la Cina cresce e la Russia combatte per non scomparire. In questo scenario di frammentazione crescente, capire il mondo significa andare oltre le apparenze, studiare i popoli dal loro punto di vista, smascherare le bugie delle mappe che abbiamo imparato a memoria. Perché la geografia non è destino, ma le montagne, i fiumi e i deserti continuano a condizionare le scelte di chi governa molto più di quanto ci piacerebbe ammettere.

Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.

migliori libri guida


Atlante storico. Dal Novecento ai giorni nostri

Capire il mondo vuol dire capire com’è fatto. Gli atlanti geografici lo disegnano in maniera statica, mentre un atlante storico si caratterizza per la capacità di rendere il tempo una variabile in corso di modifica.

«Come la geopolitica umana impone di superare l’occidentalismo per adottare lo sguardo degli altri, l’opera che avete fra le mani pone i popoli al centro della sua analisi.» Con queste parole Dario Fabbri apre un atlante storico caratterizzato da un approccio innovativo che abbandona eroi e autocrati, protagonisti dei libri a cui siamo abituati, per concentrarsi sulla collettività. «Perché ogni individuo è il prodotto di un popolo, mai il contrario.»

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L’inganno dei confini. Come la geografia governa il mondo

Che cos’è che veramente ci definisce? Lo spazio attorno a noi, indaga Simone Guida, è complesso e ingannatore.

I confini sono reali o solo un’illusione? Da sempre l’umanità li traccia per separare popoli, culture e campi d’influenza del potere; anche se il primo uomo nello spazio, Jurij Gagarin, ha smentito secoli di storia con un semplice sguardo: «Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini». La realtà dei fatti è che queste linee immaginarie hanno modellato il corso degli eventi e condizionato le vite di milioni di persone.

Questo libro esplora il paradosso di un mondo diviso da barriere spesso arbitrarie: dall’Africa, sezionata con il righello alla Conferenza di Berlino, ai Balcani, dove il crollo della Jugoslavia ha stravolto le mappe, riscritte a colpi di guerre sanguinose. E perché il Gambia è una sottile striscia incastrata nel Senegal? Per quale motivo Cipro è divisa in quattro tra Grecia, Turchia, ONU e Regno Unito? E come può un confine attraversare una casa, come accade a Baarle-Hertog, tra Belgio e Paesi Bassi?

Con uno stile ironico e coinvolgente, attraverso storia, geopolitica e attualità, Simone Guida svela le contraddizioni delle frontiere moderne, interrogandosi su un futuro senza muri. Perché i confini non sono altro che convenzioni, eppure decidono chi siamo, come viviamo i nostri giorni, dove possiamo andare e quali guerre si combatteranno domani. I confini non sono linee tracciate sulla Terra, ma cicatrici della storia.

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Le bugie delle mappe. Gli otto miti della geografia che capovolgono la storia

Una storia ancora più complessa, quella raccontata da Paul Richardson. Da secoli ci siamo abituati all’idea che la geografia sia l’unica chiave per comprendere l’ascesa e la caduta delle civiltà, l’ordine mondiale e il futuro della geopolitica.

Tutto si fonda su un gigantesco equivoco: la mappa non è il territorio, non riproduce il mondo come è, ma come pensiamo che sia. Continenti, confini, nazioni si limitano a riflettere paure, pregiudizi, ideologie. Sono solo strumenti che abbiamo creato per dare una parvenza di ordine a ciò che non ne ha. Ma come siamo arrivati a confondere il mondo con la sua rappresentazione?

In un’affascinante indagine attraverso lo spazio e il tempo, Paul Richardson smaschera tutte le favole che l’Occidente si racconta da sempre e arriva a mettere in crisi anche «dogmi» del presente che si attribuiscono alla geografia: il PIL come misura unica e insostituibile del benessere di una nazione, il mito della sovranità statale, l’ascesa della Cina come grande potenza, l’imperialismo della Russia, l’Africa come terra che ha bisogno di essere salvata.

Per mostrare i paradossi e le trappole mentali di cui siamo vittima, spazia dal Vallo di Adriano al confine tra Stati Uniti e Messico, dal Sahara orientale ai ghiacciai dell’Antartide, dalla Via della seta ai castelli etiopi. Perché solo cominciando a riconoscere e a liberarci delle false credenze, possiamo affrontare le ingiustizie, le divisioni e le catastrofi ambientali che rappresentano le vere sfide di oggi.

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Le 10 mappe che spiegano il mondo

Un altro libro fondamentale sulle mappe e sul modo per vedere il mondo. Per comprendere quel che accade nel mondo abbiamo sempre studiato la politica, l’economia, i trattati internazionali. Ma senza geografia, suggerisce Tim Marshall, non avremo mai il quadro complessivo degli eventi: ogni volta che i leader del mondo prendono decisioni operative, infatti, devono fare i conti con la presenza di mari e fiumi, di catene montuose e deserti.

Perché il potere della Cina continua ad aumentare? Perché l’Europa non sarà mai veramente unita? Perché Putin sembra ossessionato dalla Crimea? Perché gli Stati Uniti erano destinati a diventare una superpotenza mondiale? Le risposte a queste domande, e a molte altre, risiedono nelle dieci fondamentali mappe scelte per questo libro, che descrivono il mondo dalla Russia all’America Latina, dal Medio Oriente all’Africa, dall’Europa alla Corea.

Con uno stile chiaro e una prosa appassionante, Marshall racconta in che modo le caratteristiche geografiche di un paese hanno condizionato la sua forza e la sua debolezza nel corso della storia e, così facendo, prova a immaginare il futuro delle zone più calde del pianeta.

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Sotto la pelle del mondo

Torna Dario Fabbri con questo volume fondamentale per capire. Viviamo una fase di egemonia contrastata. Antagonisti sfidano apertamente la supremazia statunitense, senza timore di incappare nella rappresaglia di Washington. I russi invadono l’Ucraina riportando la guerra nel continente europeo, gli iraniani colpiscono Israele tramite Hamas, i cinesi soccorrono Mosca e Teheran, mentre ci ricordano, a ogni esercitazione militare, che Taiwan dovrà tornare a loro, con le buone o con la forza. La Turchia conquista porzioni d’Africa mentre guarda all’Asia Centrale, la Germania è tormentata dalle sue divisioni interne, il Messico prova a stabilire da che parte stare.

È dunque necessario immergerci nel mondo e provare a comprenderlo con strumenti nuovi. Ma come? Dario Fabbri ci guida applicando ai massimi temi dell’attualità il metodo della geopolitica umana. In cosa consiste? Nello studiare i popoli adottando il loro sguardo, approfondendo storie, lingue, antropologie, psicologie degli altri.

In questo modo potremo comprendere la depressione degli americani, le pulsioni dei russi, le difficoltà dei cinesi, i cambiamenti nelle collettività tedesca e israeliana, il punto di vista di turchi e persiani, le contraddizioni dell’India, il dipanarsi della guerra israelo-palestinese, il perché di Brexit, la sospensione del nostro paese. I grandi eventi hanno cause più profonde di quello che immaginiamo.

Dario Fabbri mostra ai lettori la differenza tra ciò che appare in superficie e la reale sostanza del nostro tempo. La crisi morale degli Stati Uniti, il peso di Taiwan, la questione russa, le contraddizioni dell’India, le proteste in Iran, la guerra di Gaza, l’immobilismo del nostro paese. Dodici casi dell’attualità che condizioneranno le nostre vite, studiati con la lente della geopolitica umana.

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La pace è finita. Così ricomincia la storia in Europa

Un libro fondamentale per capire cosa succede nel Vecchio Continente grazie a Lucio Caracciolo. Quando crollò il Muro di Berlino, i cantori della vittoria dell’Occidente nella Guerra fredda annunciarono la fine della storia e l’inizio della pax americana.

Noi italiani assieme ad altri europei ci abbiamo creduto, immaginando l’Europa al centro di un utopico impero universale del diritto e della pace. Eppure, proprio allora cominciarono la Guerra del Golfo e i conflitti in Jugoslavia, poi venne la “guerra al terrorismo” con le invasioni fallimentari dell’Afghanistan e dell’Iraq, oggi l’invasione russa dell’Ucraina e la sfida cinese al primato di Washington.

Finita era la pace, non la storia. E noi della fine della storia viviamo il rovesciamento: le storie della fine. I conflitti si moltiplicano, incomponibili quanto le narrazioni che li alimentano. La storia universale dell’umanità è archiviata. Nessun nuovo ordine è stato negoziato perché nessun nuovo ordine oggi è possibile.

Il libro di Lucio Caracciolo getta luce sulle radici e sugli scenari futuri di questa instabilità. Il 24 febbraio 2022 è il simbolo della fase storica in cui siamo immersi: lo scontro sempre più violento tra Stati Uniti, Cina e Russia riscriverà la gerarchia delle potenze. Questa competizione riguarda noi italiani ed europei senza voce, fortunosamente ricompresi nell’impero euroatlantico costruito da Washington per proteggere la propria sicurezza nazionale e i propri interessi globali. Il bluff europeista è svelato: in Europa ognuno persegue, specialmente in guerra, i propri interessi immediati. Ogni compromesso è più difficile e più necessario.

“Dal 24 febbraio,” scrive Caracciolo, “abbiamo appreso che nelle maree della Guerra Grande siamo zattere alla deriva trascinate da correnti avverse su cui non esercitiamo controllo.” Non possiamo anticipare il futuro. Ma possiamo orientarci. Senza lasciarci confondere da desideri assoluti. Per trent’anni abbiamo chiamato Guerra fredda l’unica pace possibile. Ora la storia è tornata in Europa. E così la guerra.

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L’impero minore. Crisi industriale e crisi democratica nell’Unione europea

Siamo arrivati al capolinea, nell’Unione europea che viene travolta dal bilaterialismo dei singoli stati? L’Unione europea è sull’orlo di una crisi epocale, frutto del suo modello politico ed economico. Il tentativo di accreditarsi come potenza mondiale si basa su fondamenta fragili ed è destinato a fallire.

La combinazione di austerità fiscale e di economia guidata dalle esportazioni, ad immagine del paese egemone in Europa (la Germania), ha portato alla crisi politica ed economica del continente. Le scelte compiute sull’energia hanno causato l’accelerazione di una crisi che era già in atto da diversi anni. Prima il grave squilibrio sul mercato del gas, con un unico fornitore, la Russia, che forniva il 50% delle importazioni di gas dell’Unione. Poi il Green Deal, con la drammatica sottovalutazione dei costi di una rivoluzione industriale imposta dall’alto e la sottovalutazione della capacità di adattamento della Cina.

Ma la crisi industriale è, in origine, un riflesso dell’architettura disfunzionale su cui si basa l’Unione. La sostanziale mancanza di legittimazione democratica dell’Unione è il terreno sul quale prospera il presidio tedesco sui processi decisionali di Bruxelles. L’Unione europea è un abbozzo di impero, un impero minore, privo delle caratteristiche dei due grandi Stati nazionali, Stati Uniti e Cina, con cui cerca di competere. A soffrirne non è solo l’economia, ma le stesse democrazie nazionali, ridotte a province.

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Atlante storico mondiale. La storia dell’umanità in più di 600 mappe

Forse il singolo più importante atlante che potreste mai voler avere in casa. Questa del 2024 è una nuova stampa dell’Atlante Storico Mondiale in una nuova edizione ampliata, arricchita da 100 mappe inedite per integrare la già ricca componente informativa del volume originale.

La storia dell’Umanità viene qui ripercorsa dai suoi albori fino alla più stretta attualità, con focus su realtà storico-geografiche non presenti nella precedente edizione e su tematiche che solo più di recente hanno creato grande dibattito, come la questione ambientale e climatica.

Il volume, scritto da Christian Grataloup in collaborazione con un autorevole team di geografi, storici e cartografi, attinge a una delle riviste di divulgazione scientifica più prestigiose al mondo, la francese Histoire, elaborando le informazioni con un approccio rivoluzionario che si emancipa dai topoi della storiografia tradizionale e dalla sua visione eurocentrica.

Dalla genesi dell’impero Khmer alla popolazione comanche, dai ghetti dell’Italia medievale alla mappatura dei gulag, questo atlante storico mondiale include tutte le epoche e le culture, in un’opera che si pone come testo di riferimento per studiosi, appassionati e coloro che desiderano comprendere la contemporaneità leggendo il corso del passato.

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Giardini. L’arte della natura da Babilonia all’ecologia urbana

Il primo dei due fuori sacco senza i quali non ci sarebbe una raccolta dei migliori libri di macity. Alla scoperta di un tema straordinario, spiegato da Mariella Zoppi, architetto urbanista.

Il giardino è lo specchio delle civiltà: scenario privilegiato della vita di donne e di uomini, dei grandi personaggi come delle più umili comparse. Tracciarne la storia è un viaggio nel tempo e nello spazio alla ricerca dell’ideale di bellezza che ha plasmato le sue forme nei secoli. Se nel passato le differenze culturali e politiche hanno consolidato stili e modelli, oggi la mobilità delle persone e delle idee ha permesso al giardino di rompere ogni costrizione formale per acquistare una dimensione planetaria quale base comune di civiltà e di uguaglianza fra i popoli.

Il volume propone un percorso che si sviluppa fra Oriente e Occidente, fra il rispetto delle regole, l’affermazione del potere e la continua riscoperta della natura, per svelarci un mondo di poesia e di sogni, che ha via via assunto un valore etico e sociale ispirato dalla libertà espressiva dell’arte della natura.

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Diario di campagna di una signora inglese

Secondo e ultimo fuori-sacco, come da tradizione dei migliori libri di Macity, ecco a voi un’opera che è unica nel suo genere.

La prima pubblicazione di quest’opera risale al 1977, cinquant’anni dopo la morte della sua autrice. La riproduzione in facsimile del diario che Edith Holden tenne durante il 1906 vendette oltre un milione di copie già nel primo anno della sua uscita, detenendo il record di apparizioni nelle liste dei best seller per quindici anni.

Amata dagli appassionati della natura e dei libri d’arte, l’opera propone pensieri, poesie, annotazioni sulla fauna selvatica e sulla flora della natura inglese attraverso le stagioni. Mese dopo mese, Edith ci accompagna nella brughiera e nella campagna inglese annotandone fedelmente i particolari, illustrati da splendidi dipinti a colori.

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