Non un pendente, non una clip, non un bracciale. E nemmeno una semplice evoluzione degli AirPods. A questo punto immaginarsi il dispositivo che Io, la nuova azienda fondata da Jony Ive insieme a OpenAI, sta sviluppando diventa davvero complicato.
A cancellare ogni fantasia coltivata finora, costringendo a ripensare radicalmente le ipotesi – e superando anche l’immagine suggerita da alcuni osservatori, che evocavano una sorta di iPod shuffle reimmaginato – è una causa legale intentata contro la stessa Io, da cui emerge un profilo del tutto differente.
La causa, depositata in California, è stata avviata da un designer industriale di nome Christopher Stringer, ex collega di Ive ai tempi di Apple e ora fondatore di una startup chiamata Syng. Secondo i documenti, Stringer sostiene di aver condiviso nel 2022 idee progettuali per un nuovo dispositivo AI con membri dell’entourage di Ive, incluso il designer Tang Tan – anche lui ex Apple, e oggi coinvolto proprio nel progetto Io.
iyO – ed è anche per questo che si era portati a pensare ad auricolari più che a un pendente – sta sviluppando dispositivi personalizzati da inserire nelle orecchie, descritti come “il primo computer audio al mondo”.
Per rafforzare la propria accusa, iyO ha depositato in tribunale una serie di email in cui si dimostrerebbe che i vertici di OpenAI e Io erano a conoscenza del progetto in-ear e avrebbero addirittura richiesto una demo del dispositivo.
Alla ricostruzione proposta da iyO ha risposto direttamente Tang Tan, ex dirigente Apple e cofondatore di Io, che in Apple si è occupato a lungo del settore audio e degli AirPods in particolare. In una dichiarazione depositata il 12 giugno nell’ambito della causa, Tan ammette che la startup ha effettivamente condotto un’analisi delle soluzioni già presenti sul mercato, acquistando una vasta gamma di auricolari, apparecchi acustici e oltre trenta modelli di cuffie da diverse aziende, nelle fasi iniziali della ricerca.
Tuttavia, Tan, come nota MacRumors, precisa che il primo dispositivo in sviluppo da parte di Io “non è un dispositivo auricolare, né un dispositivo indossabile”. Nella stessa documentazione legale si afferma anche che il prodotto è “almeno a un anno di distanza dalla commercializzazione”.
Non sarà, quindi, un dispositivo auricolare, né qualcosa da indossare. Non avrà schermo, non sarà un assistente da tavolo, e non somiglierà a nulla di già visto. Sarà tascabile, forse, ma non è chiaro come si interagirà con esso.
A questo punto, futurologi, leaker e gole profonde devono ripartire da capo. Anche se, con almeno un anno davanti, il tempo per far lavorare la fantasia non manca.