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Ecco la Via dell’iPhone 16e, la sorpresa minimalista in viaggio in Giappone

In questo articolo vi raccontiamo la nostra esperienza sul campo con iPhone 16e. Ma a Tokyo ci siamo portati anche iPhone 16 Pro: ecco com’è andata

Chiudiamo quella che è diventata a tutti gli effetti una piccola avventura a puntate in Giappone con l’iPhone nella versione 16 Pro e adesso, a sorpresa, anche il nuovo 16e. Una rapida ricapitolazione: siamo andati due volte a Toky, a ottobre dello scorso anno e a marzo, portando con noi sempre l’iPhone 16 Pro.

È stata una sorpresa perché a legarci le mani è stato soprattutto il consumo della batteria, tanto che abbiamo riscoperto il valore del power bank con il “vecchio” (ma validissimo) MagSafe di Apple. Sul 16 Pro invece è ovviamente ottima la fotocamera e la facilità per fare tutto, a partire dalla programmazione ed “esecuzione del viaggio”, tanto che a marzo non avevamo dietro né il computer né l’iPad. Ma c’era il trucco (in senso buono).

Avevamo infatti pianificato di fare il nostro secondo viaggio a Tokyo a marzo, dopo quello di ottobre, nella forma di un piccolo esperimento tecnologico: fare tutto con lo schermo dell’iPhone. Si riesce? Come si fa? E soprattutto, i nuovi iPhone sono all’altezza?

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iPhone 16e fotografia – antonio dini

La parte di logistica è stata straordinariamente semplice e comoda: abbiamo preso e gestito il nuovo volo diretto Milano-Malpensa Tokyo-Haneda con ANA (All Nippon Airways) senza problemi e senza affanni: procedure semplificate anche per lo sbarco in Giappone con il servizio di riconoscimento del volto, WiFi di qualità in volo (più che adeguato per navigare, gestire la posta e chattare nelle 14 ore di volo), tutti i servizi e gli spostamenti pianificati con l’iPhone una volta arrivati in Giappone. E ovviamente check-in dalla app e biglietti nel Wallet dell’iPhone. Praticamente, se non avessimo dovuto portare con noi anche il passaporto, avremmo potuto viaggiare completamente “paperless”.

Nel raccontarvi la nostra esperienza in Giappone con l’iPhone 16 Pro, abbiamo accennato anche a una “piccola sorpresa” che avremmo rivelato in seguito. Ecco finalmente svelato il mistero, che è quasi un segreto di Pulcinella: nel secondo viaggio di marzo abbiamo portato con noi anche l’iPhone 16e, il nuovo modello entry-level di Apple che, sulla carta, sembrava solo un fratello minore sacrificabile. Lo abbiamo recensito nel dettaglio qui, Si è invece trasformato in un inaspettato protagonista, facendoci riconsiderare il delicato equilibrio tra prestazioni, prezzo e semplicità.

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iPhone 16e fotografie a tokyo – antonio dini

Prendete un iPhone 16 Pro, toglietegli il MagSafe e la Ultra Wideband, la Dynamic Island, la seconda fotocamera, il vetro satinato e abbassate leggermente la luminosità dello schermo, ridimensionate il processore e cosa ottenete? Sulla carta, un dispositivo che sembra appositamente concepito per far desiderare il modello superiore.

Nella vita reale, invece, abbiamo scoperto un telefono che sa esattamente cosa vuole essere: essenziale, quasi spartano, ma straordinariamente efficace nelle situazioni quotidiane. Visto che lo abbiamo scoperto in Giappone, la patria delle cose essenziali, lo possiamo definire semplicemente “minimalista”.

Mentre il 16 Pro emanava un’aura premium con la sua finitura in titanio, il 16e nella sua semplice livrea bianca sembrava quasi sussurrare: “Non preoccuparti di me, sono qui solo per fare il mio lavoro”. E lo ha fatto.

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iPhone 16e fotografie a tokyo – antonio dini

La nostra idea iniziale era semplice: usare l’iPhone 16e come “secondo schermo” e strumento di backup, dedicato alle attività meno critiche durante l’esplorazione di Tokyo. Volevamo vedere come si comportava un dispositivo entry-level in una situazione impegnativa come un viaggio internazionale senza però rischiare di impallarci il viaggio.

Abbiamo quindi diviso i compiti: il 16 Pro per fotografia “seria”, pagamenti con Suica e Apple Pay, app bancarie e documenti importanti; il 16e per navigazione, ricerche rapide, social media e tutte quelle attività che normalmente prosciugano la batteria durante una giornata di esplorazione urbana. Alcune volte però, per l’intera giornata abbiamo alternato l’uso dell’uno e dell’altro per cercare di mettere sotto stress la batteria.

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iPhone 16e fotografie a tokyo-  antonio dini

La batteria che non finisce mai

Il primo colpo di scena è arrivato dopo poche ore di utilizzo: la batteria dell’iPhone 16e sembrava non voler mai scendere. Mentre il 16 Pro, nonostante tutti i suoi pregi, richiedeva una ricarica di emergenza nel tardo pomeriggio (anche con il power bank MagSafe), il modello entry-level continuava imperterrito a macinare ore di utilizzo, con Mappe di Apple costantemente attivo e connessione dati sempre accesa.

Abbiamo optato per dare a entrambi i telefoni la stessa possibilità e sfruttato quindi la eSim, installando su ciascun apparecchio la medesima eSim molto economica di eConnect Japan che ci ha dato un po’ di Gigabyte in 5G. Abbiamo bloccato tutta una serie di funzioni via rete cellulare (come l’upload dele fotografie e video su iCloud, il backup di iOS e WhatsApp, l’ascolto della musica in streaming) che hanno il potenziale di “far fuori” la riserva di dati a disposizione in un battibaleno.

Le configurazioni erano identiche per i due telefoni, i risultati molto diversi. Come se fosse animato da un motore perpetuo, il 16e arrivava a fine giornata con ancora il 30-40% di carica rimanente, una prestazione che fa impallidire il più blasonato 16 Pro e che ci fa domandare cosa potrebbe fare un 16 Plus.

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iPhone 16e fotografie a tokyo – antonio dini

Abbiamo presto capito che il segreto di questa longevità risiede probabilmente nel nuovo modem C1 di Apple, il primo sviluppato internamente dall’azienda. Questo componente, debuttante proprio nell’iPhone 16e, si è rivelato un campione di efficienza energetica. L’assenza del refresh rate a 120Hz e la luminosità leggermente inferiore contribuiscono certamente al risparmio, ma la differenza era così marcata da suggerire che il modem C1 stia facendo qualcosa di speciale nel gestire la connettività con parsimonia energetica.

I due telefoni esteticamente sono solo marginalmente diversi: luminosità e refresh, come detto, e proporzioni dello schermo con differenze minime (6,3 pollici anziché 6,1 per la diagonale, assenza della Dynamic Island) Con il passare dei giorni, ci siamo sorpresi a ricorrere sempre più spesso al 16e per tutte le attività quotidiane, dai messaggi alle mail da guardare e a cui rispondere al volo, le call e le riunioni al volo su Slack e Telegram, la condivisione e collaborazione a qualche documento.

E tutto questo sul 16e proprio in virtù della sua straordinaria autonomia. La tranquillità di sapere che il telefono, nel bel mezzo di un’esplorazione di Shinjuku o durante una sessione di street photography a Shibuya, non ci avrebbe abbandonato valeva più di qualsiasi fotocamera aggiuntiva o display ad alta frequenza di aggiornamento. In un contesto di viaggio, dove l’affidabilità è fondamentale, il 16e ha dimostrato di avere un vantaggio inaspettato rispetto al suo fratello maggiore 16 Pro.

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iPhone 16e fotografie a tokyo – antonio dini

Un fotografo con un occhio solo

Come può un telefono con una sola fotocamera competere con un Pro che ne ha tre?, ci siamo chiesti all’inizio del viaggio. La risposta è semplice: non può, ma non è questo il punto. La singola fotocamera da 48MP del 16e /che poi scatta a 24 e 16 Megapixel, a seconda del tipo di foto, o fa video fino a 4K), pur mancando di ultra-grandangolo e zoom ottico, si è rivelata sorprendentemente capace in quasi tutte le situazioni quotidiane.

I templi di Asakusa, i grattacieli di Roppongi Hills e i piatti di ramen dalle mille sfumature sono stati catturati con una fedeltà che, per un occhio non esperto, risulterebbe indistinguibile dalle foto scattate con il 16 Pro. Ci siamo rovinati le foto del viaggio usando un telefono “inferiore”? Certamente no.

Certo, quando abbiamo voluto immortalare il panorama di Tokyo dalla Tokyo Sky Tree o zoomare sui dettagli del Grande Buddha di Kamakura, abbiamo sentito la mancanza delle lenti aggiuntive del Pro (e infatti abbiamo usato quel telefono).

Ma per il 90% delle situazioni, la fotocamera del 16e si è dimostrata più che adeguata, offrendo scatti nitidi, colori naturali e una buona gestione delle situazioni di scarsa illuminazione. Gli stili di prima generazione funzionano benissimo e, secondo noi, chi compra questo telefono non ha in programma di fare un reportage alla Sebastião Salgado. Gli algoritmi di elaborazione delle immagini sembrano essere praticamente gli stessi del modello Pro, con l’unico limite imposto dall’hardware più semplice. Per il resto, funziona perfettamente.

La vera rivelazione è stata la semplicità d’uso classica di Apple: pochissimo da decidere, nessuna lente da scegliere, solo inquadrare e scattare. C’è qualcosa di liberatorio nell’approccio essenziale del 16e alla fotografia, che ci ha ricordato i primi iPhone: strumenti creativi senza distrazioni superflue.

In questo senso, il 16e incarna perfettamente la filosofia minimalista che ha reso grande Apple, prima che la corsa alle specifiche tecniche prendesse il sopravvento sulla semplicità d’uso. Se poi serve una interfaccia capace di gestire più variabili, ci sono varie app di terze parti che rendono qualsiasi iPhone una specie di piccola mirrorless semi-professionale. E non dimentichiamoci che la generazione di sensori e algoritmi per la fotografia computazionale usati nell’iPhone 16e è comunque superiore a un iPhone Pro di appena qualche anno fa.

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iPhone 16e fotografie a tokyo antonio dini 22

L’essenziale è invisibile agli occhi

Dopo una settimana di utilizzo intensivo, abbiamo capito che l’iPhone 16e non è tanto un “iPhone economico” quanto un “iPhone essenziale”. Non si tratta di un modello castrato per far desiderare il Pro, ma di un dispositivo che risponde a una domanda precisa: cosa serve davvero in uno smartphone? Schermo di qualità, batteria eccellente, fotocamera affidabile, prestazioni fluide e un sistema operativo aggiornato sono presenti all’appello. Il resto – refresh rate elevato, zoom ottico, materiali premium – sono lussi di cui molti potrebbero fare a meno.

Secondo noi, ma questo dipende da come usiamo il telefono, la mancanza del MagSafe è forse l’unica omissione che abbiamo davvero sentito, soprattutto in viaggio dove la ricarica wireless magnetica offre una comodità notevole. Per fortuna l’iPhone 16e, a differenza del 16 Pro, non ne ha bisogno.

Però con il MagSafe si possono fare tante altre cose, tra cui attaccare un Wallet magnetico di Apple o di terze parti, ad esempio. Quindi, se manca il MagSafe dipende quanto usate questa funzionalità hardware. In ogni caso, è un compromesso comprensibile considerando il posizionamento del prodotto.

Lo schermo a 60Hz potrebbe sembrare un passo indietro per chi viene da un modello Pro, ma nella pratica quotidiana la differenza è molto meno evidente di quanto i numeri possano suggerire. E per ricordarci in prima battuta che c’è una qualunque differenza, bisogna mettere i due telefoni uno accanto all’altro e fare le stesse operazioni in parallelo. Improbabile.

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iPhone 16e fotografie a tokyo antonio dini

Tornando da Tokyo, ci siamo ritrovati con una strana sensazione: l’iPhone 16e, nato per essere il “secondo schermo”, aveva guadagnato un posto speciale nella nostra routine tecnologica. Non per le sue specifiche tecniche o per qualche caratteristica rivoluzionaria, ma per la sua onestà. È un dispositivo che promette l’essenziale e lo consegna con una coerenza disarmante, senza fronzoli né pretese di essere altro da ciò che è.

Un compagno di viaggio sorprendente

L’iPhone 16e rappresenta forse la quintessenza della filosofia originale di Apple: tecnologia potente resa invisibile, strumenti che scompaiono nelle mani di chi li usa per lasciare spazio all’esperienza.

In un’epoca in cui gli smartphone premium competono su specifiche sempre più estreme, il 16e ci ricorda che la tecnologia migliore è quella che non si nota, quella che funziona senza farsi pubblicità, quella che si limita a rendere la vita più facile senza pretendere attenzione. È il minimalismo, lo stile concettuale adeguato anche alla filosofia di vita giapponese, come ci ha ricordato questo secondo viaggio nella capitale nipponica.

Per l’iPhone 16e, a 729 euro è difficile non considerarlo un investimento anche per chi cerca un iPhone senza complicazioni. Non è il telefono per i tecno-entusiasti ossessionati dalle specifiche o per i fotografi che vogliono spremere ogni dettaglio dalle loro immagini.

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iPhone 16e fotografie a tokyo antonio dini

È il telefono per chi vuole un dispositivo affidabile che duri tutto il giorno, scatti belle foto e faccia tutto ciò che ci si aspetta da uno smartphone moderno, senza inutili complicazioni. Occorre fare una scelta consapevole, uno scatto mentale, prima di comprarlo, perché va compresa bene la filosofia. Ma la nostra idea è che, se ben compreso, questo telefono non sia un apparecchio “di risulta”, uno specchietto del marketing per le allodole del mercato, un punto per dire che gli iPhone “partono da 729 euro”. No, è un vero iPhone con una particolarità: è davvero minimalista.

Lo dimostra il fatto che, una volta tornati in Italia, ci siamo sorpresi ad essere abituati e a continuare a utilizzare ancora l’iPhone 16e, nonostante avessimo a disposizione il modello tecnicamente superiore. C’è qualcosa di liberatorio nella sua semplicità, nella sua durata della batteria e nel suo approccio senza fronzoli. Fa anche un po’ radical-chic avere in tasca l’iPhone con meno fotocamere di tutto, più sottile, più “piatto” (non c’è la gobba del blocco fotocamere, affogata dentro la custodia in silicone) e più “utilitaria”?

Non lo sappiamo, non è questo che definisce il nostro rapporto con la tecnologia. Ci piace un design pulito e un uso altrettanto essenziale: l’intelligenza artificiale sta arrivando (l’iPhone 16e è compatibile con Apple AI, sulla carta) e rivoluzionerà il modo con il quale usiamo gli smartphone. Forse, dopo anni di corse all’ultimo pixel, all’ultimo hertz e all’ultimo grammo di titanio, stiamo riscoprendo il valore dell’essenziale. E in questo, l’iPhone 16e è un maestro silenzioso ma efficace.

Per tutto quello che c’è da sapere sul nuovo iPhone 16e vi rimandiamo a questo indirizzo.

In questo articolo vi abbiamo raccontato la nostra esperienza sul campo con iPhone 16e. Ma a Tokyo ci siamo portati anche iPhone 16 Pro: ecco com’è andata

A proposito di viaggi con iPhone: abbiamo pubblicato una guida dettagliata su come preparare lo smartphone alla partenza in modo da godersi la trasferta (che sia di lavoro oppure una vacanza) e sfruttando a pieno la tecnologia che abbiamo sempre in tasca. Se vi interessa saperne di più, la trovate qui.

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